La tecnica di restauro della Tomba dei Vasi Dipinti di Tarquinia all'attenzione di “Χάσμα - Il trattamento della lacuna”
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- Pubblicato Martedì, 23 Gennaio 2024 08:18
- Scritto da Giulio Carra
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(Giulio Carra) - L' Associazione Amici delle Tombe Dipinte di Tarquinia ha partecipato a Roma ad un importante e specializzato convegno scientifico con il restauro della Tomba dei Vasi Dipinti. Il sodalizio, oggi presieduto dalla Dott.ssa Francesca Boitani, per anni si è prodigato per concretizzare un restauro ai limiti dell'impossibile e recuperare di conseguenza un monumento dato quasi per “smarrito”. In particolare è stato portato all'attenzione di studiosi, esperti e ricercatori nazionali ed internazionali l'argomento delle reintegrazioni dei dipinti con pannelli magnetici, tecnica ideata dal restauratore Franco Adamo (recentemente scomparso) realizzata in accordo con la Direzione Lavori (Dott. Daniele Federico Maras) della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l'Etruria Meridionale.
“Il caso della Tomba dei Vasi Dipinti a Tarquinia, una reintegrazione ideata per restituire la dignità negata” è stato presentato nella giornata inaugurale del consesso dalle restauratrici Adele Cecchini, Mariangela Santella e Chiara Scioscia Santoro, Mercoledì 24 Gennaio (ore 14,30) presso l' Aula Magna Adalberto Libera del Dipartimento di Architettura di Roma Tre (Largo Giovanni Battista Marzi, 10 - Ex Mattatoio). L'incontro è stato moderato da Elena Calandra e Carla Bertorello.
Una vera e propria vicenda emblematica quella della Tomba dei Vasi Dipinti che, scoperta nel 1867, fu subito apprezzata per il livello calligrafico delle scene dipinte, il cui stile rimanda all'ambito greco orientale. Le decorazioni si sono conservate, in condizioni relativamente buone, per circa un secolo dopo la scoperta, come dimostrano riproduzioni ad acquerello e fotografie d'epoca conservate presso istituzioni culturali danesi (Ny Carlsberg Foundation) e la Sapienza Università di Roma. Purtroppo, nell'agosto del 1963 la tomba fu oggetto di un terribile e devastante atto di vandalismo ad opera dei tombaroli che utilizzarono addirittura una motosega per ritagliare e asportare alcuni settori delle pareti dipinte.
Nel 2021 grazie ad una collaborazione (avviata nel 2019 dalla Dott.ssa Maria Cataldi allora Pres. dell’Ass. Amici delle Tombe dipinte di Tarquinia ed ex Direttrice del Museo Archeologico e della Necropoli Etrusca Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO, scomparsa prematuramente nell’ottobre dello stesso anno) tra la Soprintendenza e l'Accademia di Danimarca nella persona dell' archeologa Prof.ssa Annette Rathje è stato possibile completare e riproporre le parti pittoriche mancanti confrontando fonti iconografiche di supporto e utilizzando tecniche di restauro finora mai applicate in archeologia e ideate dal restauratore Franco Adamo.
Con geniali modalità di recupero e ricostruzione delle parti rubate, Adamo, ha realizzato pannelli su un supporto leggero in Aereolam inseriti con l'uso di magneti nelle “lacune” su due delle pareti della tomba, con lo scopo di restituire la lettura d'insieme delle scene e di mostrare concretamente ai visitatori i danni causati dalla brutalità dei ladri d'arte.
Franco Adamo, specializzato nella conservazione di cicli pittorici ipogei sia in Italia che all'estero, ha infatti notevolmente contribuito anche al restauro di molte Tombe Etrusche dipinte a Tarquinia. La sua esperienza inoltre lo ha trovato impegnato nella Tomba di Nefertari in Egitto e nella Necropoli Vaticana. Negli anni ottanta ha collaborato con l'ICCROM ad un progetto che a Gerusalemme ha consentito il restauro delle pitture della cupola della Moschea di Al Aqsa, danneggiate da un incendio: il progetto fu premiato con l'Aga Khan Award per l’Architettura.
Il convegno, “Χάσμα - Il trattamento della lacuna: principi, metodologie del restauro e attualità della teoria di Cesare Brandi”, che è stato trasmesso in streaming sul Canale Youtube del Parco Archeologico di Ostia Antica (>>> QUI), articolato in 4 Sessioni (●Apparati decorativi pittorici, affreschi, stucchi e graffiti ● Apparati decorativi musivi, manufatti lapidei, metallici, ceramici e organici ● Strutture murarie ● Restauro virtuale) si è prolungato anche nelle giornate di Giovedì 25 e Venerdì 26 nell'Aula Magna Bruno Zevi della Facoltà di Architettura della Sapienza Università di Roma (Via Gramsci, 53).
Più di 150 i relatori che hanno partecipato all'iniziativa curata da Alessandro D’Alessio, Maria Carolina Gaetani, Alessandro Lugari e Tiziana Sòrgoni in collaborazione con il Dipartimento di Architettura di Roma Tre, il Dipartimento di Storia Disegno e Restauro dell’Architettura e la Scuola di Specializzazione in Beni architettonici e del Paesaggio, Sapienza Università di Roma.
Circa 60 gli argomenti generali di carattare prettamente scientifico, tecnico e metodologico che sono stati affrontati insieme a quelli più specifici direttamente legati ad esperienze di recupero e restauro di opere d'arte e monumenti archeologici (il Programma Completo >>> QUI). Al centro delle attenzioni degli studiosi oltre al caso emblematico della Tomba dei Vasi Dipinti di Tarquinia, tutta una serie di contributi relativi a : I dipinti della Tomba di Nefertari, i dipinti egiziani del Nuovo Regno e il caso della Tomba di Seti e del Tempio di Khonsu. Il Cantiere pilota delle Logge di Raffaello. Gli affreschi della Piramide Cestia. Le decorazioni in stucco dell'Oratorio Imbonati a Cavallasca (Como). I dipinti murali della Chiesa di San Nicola a San Vittore nel Lazio. Gli affreschi della Cappella Ponziani in Santa Cecilia in Trastevere. Il ciclo pittorico francescano del chiostro mediano dell'ex convento di S. Giuseppe a Brescia. I dipinti murali a Roma e in Egitto. I manufatti vitrei all'Opificio delle Pietre Dure. Le maioliche arcaiche della Chiesa di San Martino in Kinzica a Pisa. La Cappella XIII del Sacro Monte di Orta. I restauri storici dei bronzi figurati. Il restauro di un bacile proveniente dalla Casa del Bracciale d'Oro a Pompei. Il cratere BR2634 del Museo del Louvre. I calchi di Pompei. Il Cristo in pelle di Fara in Sabina. La Croce dipinta di Ambrogio Lorenzetti nella Pinacoteca Nazionale di Siena. Il Museo Ostiense. Manufatti lapidei dei Fori in Roma. I Mosaici nei Musei Vaticani. Il Mosaico dei Gladiatori di Augusta Raurica (August, Svizzera). I Mosaici in Grecia. I Mosaici di Grotta Pavese in Genova. Il Mosaico con decorazioni a pelte nel Parco Sommerso di Baia. Le strutturie dell'anfiteatro campano. I siti archeologici delle Marche. Il restauro di “Preambolo” di Maria Lai. La Colonna del Tempio di Muta Gebel Barkal, Sudan. I Busti di Palmira. Il Portale lapideo della Chiesa di S. Giovanni Battista a Matera. Decorazione in stucco del Musoleo del Quadraro ricomposta presso le Terme di Diocleziano a Roma. L'Abside della Chiesa di San Silvestro a L'Aquila. La decorazione pittorica della porticus post scaenam del Teatro romano di Cartagena (Spagna). I frammenti di affresco dalla chiesa di Santa Maria in Pantano, Montegallo (AP). Le decorazioni a sgraffito del Castello Torlonia a Civitella Cesi. Il giardino all’italiana del Castello Bufalini di San Giustino (PG). Sant’Agostino in Campo Marzio. “Vergine orante” - scultura lignea policroma. L’oecus tetrastilo della Casa delle Nozze d’Argento a Pompei. La lastra Boncompagni a S. Maria in Vallicella. Case Giardino presso il Parco Archeologico di Ostia Antica in Roma. La facciata di San Tommaso in Formis.
L' evento “Χάσμα - Il trattamento della lacuna: principi, metodologie del restauro e attualità della teoria di Cesare Brandi” si è svolto a vent’anni di distanza dal convegno “La teoria del restauro da Riegel a Brandi”, promosso nel 2003 dall’Università degli Studi della Tuscia e a sessant’anni dalla pubblicazione della Teoria del restauro di Cesare Brandi *, «con l’obiettivo» come sottolineato in una nota di presentazione del Convegno sul sito web del Parco Archeologico di Ostia Antica «di riportare l'attenzione sulla portata di tale teoria e fare il punto sull’attuale situazione nel campo del restauro relativamente alla pratica della integrazione della lacuna del nostro inestimabile patrimonio culturale. L’approccio critico del modello brandiano e la metodologia operativa ad esso collegata sono oggi perseguiti dalle numerose Scuole di Formazione Professionale. Questa molteplicità di indirizzi arricchisce la proposta formativa e consente di differenziare le tematiche di applicazione, pur conservando un linguaggio univoco e condiviso che possiede alla base le stesse linee guida».
* CESARE BRANDI (note biografiche da Enciclopedia Treccani)
Storico e critico d'arte (Siena 1906 - Vignano 1988). Fu direttore dell'Istituto Centrale del Restauro dalla fondazione (1939-1961) e della rivista L'Immagine (1947-50). Prof. di Storia dell'Arte Medievale e Moderna nell'Univ. di Palermo (1961), poi di Storia dell'Arte Moderna in quella di Roma (1967-1976); socio nazionale dei Lincei (1982). Della sua produzione critica si ricordano: Catalogo della Pinacoteca di Siena, 1933; Morandi, 1941; Picasso, 1946; Giovanni di Paolo, 1947; Quattrocentisti senesi, 1949; Duccio, 1951; Segno e immagine, 1960; Burri, 1963; Teoria del restauro, 1963; Struttura e architettura, 2a ed. 1971; Teoria generale della critica, 1974; Scritti sull'arte contemporanea, 1976; Disegno della pittura italiana, 1980; Giotto (1983); i dialoghi: Eliante o dell'Architettura, 1959; Celso o della Poesia, 1959; Carmine o della Pittura, 1962 (2a ed.). Notevoli i volumi di poesie (Poesie, 1935; Voce sola, 1939; Elegie, 1942) e le raccolte di saggi (Budda sorride, 1973; Persia mirabile, 1978).