La mostra Poliedrogenesiosmosi di Claudio Capodondi ospitata nel Palazzo Vitelleschi di Tarquinia mentre cresce l'attesa e la curiosità per Obelisco Poliedrospiga
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- Pubblicato Domenica, 16 Giugno 2024 16:22
- Scritto da Redazione
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Inaugurata al Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia, la mostra monografica dello scultore Claudio Capotondi intitolata “Poliedrogenesiosmosi”. Il cortile e il loggiato del secondo piano di Palazzo Vitelleschi accolgono una significativa selezione di opere dell’artista, che rimarranno visibili al pubblico fino al 18 Agosto.
“Poliedrogenesiosmosi” è il primo evento di contaminazione col contemporaneo voluto dal PACT (Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia), a cura di Lorenzo Fiorucci. Un progetto espositivo che prende in esame l’ultima produzione di Capotondi, quella più orientata allo studio dell’elemento geometrico, con l’esposizione di 40 opere - una selezione di modelli in pvc pensati come progetti monumentali da realizzare in ferro-corten - e dei rispettivi disegni preparatori nella balconata di Palazzo Vitelleschi. Più un’installazione di tre opere scultoree in porfido rosso nel cortile all’entrata del museo.
«Le sculture di Claudio Capotondi - sottolinea lo Storico d'Arte Lorenzo Fiorucci nel volume dedicato all'artista pubblicato da Silvana Editoriale - sono opere di altri tempi, o forse addirittura di tempi futuri, capaci di rappresentare l’impresa di una vita trascorsa disegnando, progettando, fondendo, ma soprattutto scolpendo la materia, senza timore di affrontare la sfida più grande per un artista: quella della monumentalità».
Il taglio del nastro all'esposizione, promossa dalla Società Tarquiniense d'Arte e Storia che, per il secondo anno consecutivo, rispondendo a un avviso pubblico di manifestazione d’interesse pubblicato dal Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia, ha voluto proporre una serie di iniziative culturali di grande qualità, fra le quali rientra anche la “Personale” di Capotondi, è avvenuto significativamente in concomitanza con le Giornate Europee dell’Archeologia, manifestazione internazionale coordinata in Italia dal Ministero della Cultura - Direzione Generale Musei, in programma dal 14 al 16 Giugno, con l’obiettivo di portare all’attenzione del pubblico la ricchezza e la varietà del patrimonio archeologico e delle attività a esso legate. La mostra “Poliedrogenesiosmosi” di Claudio Capotondi oltre al sostegno del Ministero della Cultura, ha il patrocinio della Presidenza e dell’Assessorato alla Cultura della Regione Lazio, del Comune di Tarquinia, del Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia e il contributo della BCC Roma Gruppo BCC ICCREA.
CLAUDIO CAPOTONDI
Nato a Tarquinia nel 1937, Capotondi ha lavorato a Roma e New York. Per grande parte della sua esistenza, ha vissuto a Pietrasanta (la “Piccola Atene”, Capoluogo Storico della Versilia, Città del Marmo e degli Artisti in provincia di Lucca ai piedi delle Alpi Apuane), dove ha realizzato e scolpito le sue sculture. Ha prodotto 19 opere d’arte pubbliche in Italia, Stati Uniti, Giappone e Libia. Ha tenuto mostre personali a Roma, Firenze, Torino, Carrara, Bari, New York, Parigi e Finlandia e mostre collettive in molte città d’arte del mondo. Nel 2000 ha ricevuto l’ambito “Premio Michelangelo” dalla città di Carrara con un'opera emblematica. La ciclopica “PortaRoma” di marmo-travertino (7 metri di altezza e 15 di lunghezza). Collocata nell’area di servizio adiacente l’Autostrada A1 nei pressi del Casello Autostradale di Fiano Romano, è formata da due spalle in travertino sabino che sostengono due grandi monoliti arcuati di 35 tonnellate ciascuno, tenuti insieme dalla forza di spinta e dalla forza di gravità.
La gran parte delle sue sculture si trovano in diverse collezioni pubbliche e private. «I porfidi sono i testimoni della sfida affrontata in solitaria nell’Eremo di Pietrasanta - afferma Capotondi -, al tempo della spavalda passione giovanile di totale dedizione e lontano dal presenzialismo nelle gallerie di Roma e New York e dalla precarietà dell’arte povera, la sfida a questa roccia magmatica effusiva intrusiva dal colore per me simbolico di sangue rappreso dell’umanità. Con disco diamantato, subbia al widia, scapezzino, mazzetta, martello pneumatico, unghietto, frullino e carte abrasive, ho lavorato in un capannone aperto. Quindi la sopraggiunta senilità e la scoperta ed utilizzo della nuova materia plastica del PVC (polivinilcloruro) e del collante cianoacrilato per immergermi nel mondo sconfinato dei poliedri nelle loro infinite combinazioni ed intrusioni. Infine, il privilegio di poter dare forma e corpo alla fantasia ribelle e nel dare un senso al non senso della vita. Gli obelischi ascensionali nella loro tensione verso lo spazio infinito».
UNA SCULTURA, LA “POLIEDROSPIGA”, DI CLAUDIO CAPOTONDI SARÀ POSIZIONATA ALL'INGRESSO DI TARQUINIA
Nella seduta del Consiglio Comunale del Capoluogo della Maremma Laziale che si è svolta il 24 Aprile scorso è stata presentata l'opera che andrà ad arricchire il Patrimonio Culturale della Città: un Obelisco (“Poliedrospiga”) in Acciaio Corten Preossidato alto 13 metri con un tubo centrale portante ancorato ad un plinto di fondazione in cemento, omaggio dell'artista alla sua città natale, pensato già nel 2015 e proposto nel 2022 al suo ritorno a Tarquinia. L'Obelisco nell'idea di Capotondi, come tensione per il cielo infinito, quel bisogno di avvicinarsi a Dio comune nelle opere monumentali egizie, ma anche il simbolo della spiga di grano, tanto cara al territorio dell'Alto Lazio, una volta “Granaio di Roma”. Un cubo basale di un metro di spigolo di cui si innestano cinque esaedri rombici, all'interno di ogni poliedro divaricato saranno inseriti tre faretti illuminanti per luce notturna. L'opera sarà posta al centro della Rotonda del Piano, all'incrocio tra la Provinciale Porto Clementino e la Vecchia Aurelia.