#NoBavaglioTurco… e la situazione nel nostro Paese ?
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- Pubblicato Domenica, 30 Aprile 2017 16:39
- Scritto da Giulio Carra
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(Giulio Carra) - Il Consiglio dell'Ordine dei Giornalisti del Lazio ha aderito al Sit-In organizzato per Martedì 2 Maggio in Piazza Montecitorio, a Roma, per ribadire il "NO" dei giornalisti italiani alla censura ed al bavaglio turco. Nel corso dell'iniziativa verranno letti anche i nomi degli oltre 150 colleghi che in Turchia sono detenuti nelle carceri e rischiano l'ergastolo. Quello di Gabriele Del Grande, fermato al confine con la Siria il 9 aprile scorso, è soltanto l'ultimo caso di diritti violati in Turchia. In primo luogo il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni, garantito dalle convenzioni internazionali, e il diritto di informare ed essere correttamente informati, pilastro di ogni ordinamento democratico. La Turchia, purtroppo, ha un triste primato... quello di essere "il più grande carcere a cielo aperto per i giornalisti", affermazione recentemente ribadita anche dai vertici della FNSI.
Il presidio, organizzato proprio alla vigilia della Giornata Mondiale della Libertà di Stampa, è stato promosso con il sostegno della Federazione Europea ed Internazionale dei Giornalisti. All'iniziativa hanno aderito, tra gli altri, oltre alla Fnsi, l'Usigrai, Amnesty International Italia, Art.21, Pressing NoBavaglio.
Quale, invece, la situazione nel nostro Paese ?
L'Italia ha recentemente guadagnato 25 posizioni nella classifica della libertà di stampa stilata da Reporters sans Frontières, salendo dal 77esimo al 52esimo posto (ultima la Corea del Nord, 180esima, al vertice della classifica la Norvegia). Nel nostro Paese, secondo l'organizzazione per la libertà di informazione, restano, pratiche ancora piuttosto diffuse, purtroppo, sia le "intimidazioni verbali o fisiche" sia le "pressioni di gruppi mafiosi e organizzazioni criminali". Tra i problemi vengono indicati anche i comportamenti di alcuni politici che non esitano a comunicare pubblicamente l'identità dei giornalisti che danno loro fastidio magari denunciandoli anche per diffamazione semplicemente perché non sono d'accordo con quello che dicono o, in alcuni casi, per quello che fanno da un punto di vista legislativo o amministrativo se si tratta di rappresentanti locali.
Riteniamo opportuno proporre, proprio in occasione della manifestazione del 2 maggio e sul tema della libertà di stampa in Italia, l'intervento del segretario dell'Ordine dei Giornalisti del Lazio Silvia Resta effettuato a Roma, alla fine di marzo, presso la sede della Federazione Nazionale della Stampa (FNSI), nella Sala Walter Tobagi, in occasione dell'Assemblea di Bilancio, seguita dalla premiazione, per i loro 50 anni di attività professionale, di 31 pubblicisti e 15 professionisti. Al termine dell'intervento di Silvia Resta, che ha ripercorso sinteticamente i problemi legati alla libertà di stampa nel nostro paese dagli anni sessanta ad oggi, abbiamo anche ascoltato il Presidente dei Giornalisti del Lazio, Paola Spadari. Ascoltiamole. Nel ripercorrere i cambiamenti e le mutazioni della professione giornalistica negli ultimi 60 anni, le loro parole testimoniano situazioni piuttosto preoccupanti sulle quali occorre vigilare recuperando il senso profondo di un giornalismo libero non assuefatto e non succube dei tentativi continui di un "Potere" che, da sempre, non ha perso il vizio di tentare di avere un controllo sulla stampa, sui giornali, sui singoli giornalisti.