Il Premio Oscar Cate Blanchett incanta la platea della Festa del Cinema di Roma
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- Categoria: Tredicesima edizione Festa del Cinema di Roma 18/28 ottobre 2018
- Pubblicato Sabato, 20 Ottobre 2018 23:18
- Scritto da Mariangiola Castrovilli
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(Mariangiola Castrovilli) - Per essere bella lo è all'ennesima potenza. Ma non si è montata la testa, perché è una donna più che intelligente che sa giudicare le cose per quello che sono. Stiamo parlando dell'elegante e raffinata attrice australiana Cate Blanchett, due volte Premio Oscar, protagonista qui alla Festa del Cinema di Roma 13, di The House With a Clock in Its Walls che, tradotto in italiano, suona Il mistero della casa del tempo.
Elegante, simpatica e disinvolta la Blanchett ha incantato la platea che non avrebbe più voluto lasciarla andare, subissandola di domande. L'incontro con il pubblico, moderato dal direttore della Festa Antonio Monda, ci ha regalato l'opportunità per fare il punto sulla sua carriera fin dagli inizi teatrali «anche se mi puntassero una pistola alla testa, continuerei sempre a scegliere il teatro, perché c'è più connessione con il pubblico, come stasera», per arrivare poi al cinema: «che avvenne quando il mio agente mi disse 'hai 25 anni, se non fai un film ora sei finita». Adesso, per fortuna, le cose sono cambiate».
Spiritosa q.b. ci diverte con spiritosi aneddoti tra cui quello con Judy Dench in "Ninja Turtle" con corazza per attutire una scena di lotta in Diario di uno scandalo, mentre riferendosi alle scene più sensuali confessa, sarcasticamente come sia «stato orribile provare sentimenti d'amore per un bruttissimo e orrendo Brad Pit».
Interessante come tutte le interviste-colloquio di Antonio Monda con i vari personaggi, siamo arrivati alla clip selezionata da Cate ed estrapolata da La sera della prima, «È la storia di un'attrice di Broadway che vede arrivare il suo tramonto e deve interpretare il personaggio di una donna che sta invecchiando e le riesce difficile. Il suo ruolo è straordinario. Riesce infatti ad entrare in quello spazio, inconsapevole e misterioso, che si crea tra personaggio e persona. La sua capacità di rappresentare questa identità personale che non riesce a stare insieme mentre crea un personaggio che le è difficile, è semplicemente straordinaria. Per me è stata di grandissima ispirazione».
La sua bravura è indiscussa, come testimoniano i numerosi i premi che costellano la sua carriera... «Quando arrivi alla mia età, ed hai la fortuna di averne vinti, questo non vuole dire che te li sia meritati. Certo, ognuno si concentra sui suoi successi. Personalmente, sono convinta invece che ciò che rende forti, sia avere coscienza dei propri fallimenti...».
Non si direbbe però che lei ne abbia avuti... «Ma certo che si. Ne ho avuti moltissimi, come tutti del resto, sia professionalmente che privatamente. Ma, lungi dall'abbattermi, direi che mi hanno reso più forte, perché mi hanno irrobustita. E stata una vera scuola di vita che mi ha abituata a non abbandonare mai la presa e, soprattutto, a non ripetere gli stessi errori».
Il successo però aiut a, non è vero? «Il successo aiuta relativamente. Ad insegnarti ad andare avanti sono solo e sempre gli errori». Gli errori?«si perché a volte le critiche possono essere veramente brutali. La sfida di ogni attore è quella di sviluppare una scorza robusta, che non annulli del tutto però, la propria sensibilità. Sono convinta che si debbano avere due anime, essere coraggiosi e saper tener la bocca chiusa».
Cate, lei ne Il mistero della casa del tempo di Eli Roth, che da noi uscirà il 31 ottobre, è una specie di Mary Poppins, una strega buona che sa fare incantesimi... «Infatti, il film è incentrato sulla magia, portata però nel mondo reale. Magia vuol dire trasformazione e trovo che questa metafora sia entusiasmante. Un bel messaggio per i ragazzi che imparano così, che si può cambiare. Ci si può trasformare, evolversi e reagire invece di farsi appiccicare un'etichetta. Il mistero della casa del tempo, parla comunque di tre orfani, tre persone abbandonate che devono trovare la loro forza nella famiglia. Le famiglie si formano in tantissimi modi, anche se molte non sono riconosciute. Io, per esempio, amo moltissimo sia mia figlia adottiva che i miei tre figli naturali».