Viterbo - Macchina di Santa Rosa 2015 - Intervista a Claudio Graziotti

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Claudio Graziotti
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uno dei più anziani ex portatori della Macchina di Santa Rosa.

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Racconta nel video che dal 1967 per 11 anni ha trasporto la Macchina di  "Volo d'Angeli" di Zucchi, per 9 anni la "Spirale di Fede" di Palazzetti-Valeri, per 5 anni "Armonia Celeste" di Joppolo-Sensi e per un anno "Sinfonia d'Archi" di Vincenzo Battaglioni. Un totale di 26 trasporti dei quali due straordinari nel 1983, in occasione del 750 anniversario della nascita di Santa Rosa, e nel 1984 per visita a Viterbo di Giovanni Paolo II

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Vincenzo Battaglioni aveva costruito la splendida macchina "Sinfonia d'Archi" che fece ben sette trasporti dal 1991 al 1997, quando fu sostituita da una Rosa per il Duemila. Il progetto fu ideato da Angelo Russo che ottenne subito gli unanimi consensi per le novità nelle forme e nelle linee che lo contraddistinguevano dalle precedenti Macchine. Dalle solide colonne alla cui base si trovava un enorme capitello, svettava un intreccio di archi che culminavano nella loro estremità verso la statua di S. Rosa. Il capitello, le scale, le colonne e gli archi, sono questi gli antichi elementi architettonici intorno ai quali ruota la città di Viterbo. L'illuminazione era a fiamma viva, nei primi dieci metri, con dei faretti per rendere più suggestiva la parte bassa della Macchina. Vincenzo Battaglioni l'aveva vista nascere dalle sue mani, un progetto che aveva preso vita, camminato tra le strade di Viterbo, trasportato da uomini eccezionali, diventa qualcosa di profondo e difficilissimo accettare di buttarla via come una vecchia cosa che non serve più. Sperava nel museo delle macchine di Santa Rosa, dove avrebbero trovato uno spazio per continuare a essere ammirate. Purtroppo tale struttura è rimasta una chimera, tanto che nel 2012, il costruttore regalò un pezzo della sua creatura alla giunta Marini, perché lo collocasse come simbolo del massimo impegno di Viterbo al centro della rotatoria che fa da snodo tra la Teverina e il Poggino. Triste destino, per una dismessa macchina che era stata ricomprata dallo stesso Battaglioni, per brillare in un museo.

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